Il cane e l’attività sportiva in acqua

Il cane e l’attività sportiva in acqua 1000 668 Flexadin Advanced

Far nuotare il cane, per un’attività di rinforzo della muscolatura in seguito a problematiche al ginocchio oppure all’anca, non significa soltanto farlo andare in acqua.

Innanzitutto partiamo dal presupposto che non tutti i cani sanno nuotare e non è scontato che qualunque cane sia in grado di entrare in acqua con serenità e di nuotare. Nuotare vuol dire utilizzare tutti e quattro gli arti, per questo solo un’attività svolta correttamente serve a lavorare sulla massima flessione e sulla massima estensione dell’articolazione. Questo è praticamente sempre vero per quanto riguarda gli arti anteriori, infatti il nuoto rinforza tantissimo la muscolatura delle spalle e serve per “aprire” il petto. E’ invece molto raro vedere un cane nuotare correttamente con gli arti posteriori, molti si limitano a dare qualche colpetto con le zampe ed a utilizzare la coda come timone solo e unicamente per tenersi a galla.  Ma questo significa giocare in acqua, non fare un lavoro di rinforzo della muscolatura.

Cosa molto utile è anche camminare, fare rullaggio in acqua, poiché l’acqua alleggerisce il peso e rende meno faticosi (e meno dolorosi) i movimenti. Se immerso fino alla punta della spalla, l’animale grazie alla spinta dell’acqua è come se fosse alleggerito circa del 70% del proprio peso e, non sollecitando le articolazioni, può lavorare in maniera simmetrica.

 

Come impostare l’attività

Una figura di riferimento per strutturare un programma di recupero funzionale o di allenamento adeguato per un cane da lavoro è sicuramente il veterinario fisico, colui che si occupa nella maniera più approfondita del benessere dei nostri animali.
Anche in un cane considerato “sano” infatti  la fisioterapia può essere una risorsa utile perché insegna al proprietario ma anche all’educatore/istruttore come mantenere le migliori performance dell’animale. Solitamente i veterinari fisici vedono l’animale quando è vittima di un trauma, situazione che si potrebbe evitare se il cane fosse allenato correttamente.
Proprio per evitare gli eventi traumatici osteo-articolari o anche a livello muscolare di tendini e di legamenti è importante avere le informazioni corrette per lavorare in maniera completa, ad esempio partendo da un buon riscaldamento, da valutare in particolare, se il cane ha delle problematiche di tipo articolare, come  una displasia dell’anca, un’artrosi dovuta semplicemente a volte all’età oppure per via della predisposizione di razza.

 

Come iniziare l’attività

Ecco qualche consiglio pratico per affrontare un allenamento in acqua.

Scegliere una zona con acqua ferma.
Spesso l’animale non ha paura dell’acqua o non ama fare il bagno, semplicemente ha paura dell’onda che gli arriva in faccia perché non è in grado di gestirla.

Accompagnare il cane in acqua.
Entrare progressivamente in acqua con il cane gli permette di affrontare eventuali timori, evitare che abbia impatti negativi, ad esempio, costringendolo, semmai all’inizio è possibile usare anche una pettorina.

Valutare l’uso del salvagente.
Se viene sostenuto nel galleggiamento, il cane non deve preoccuparsi di rimanere in equilibrio e si può concentrare maggiormente nell’esercizio.
Ce ne sono di diversi tipi, dalle semplici pettorine ai giubbotti salvagente che supportano l’animale anche nella parte inferiore e quindi hanno una maggiore funzione galleggiante. Sceglietelo con la maniglia, con cinghie che evitino lo sfregamento e della misura giusta per l’animale, affinché non sia né troppo grande, né troppo piccolo.