Il dolore nel cane e nel gatto

Cos’è il
dolore

Il dolore è un’esperienza personale, complessa e multidimensionale che coinvolge sia componenti fisiche che emotive. La sua intensità non è sempre correlata con la gravità della patologia, ma, spesso, coinvolge fattori quali risposta allo stress e attivazione di funzioni cognitive del cervello tra cui paura e ansia.

La percezione del dolore è affidata a dei particolari recettori, chiamati nocicettori. Queste sono strutture altamente specializzate situate nella pelle, nei muscoli, nelle articolazioni e nei visceri. La loro attivazione, da parte di stimoli nocivi, determina la generazione di potenziali d’azione che viaggiano sino al midollo spinale dove lo stimolo potrà essere inibito o potenziato. Da qui il segnale verrà trasmesso alla corteccia cerebrale dove avverrà la percezione conscia del dolore e le risposte ad essa conseguenti.

Dolore
acuto

Il dolore acuto è legato a un danno ai tessuti localizzato. Tende per questo a scomparire via via che procede la guarigione. Di solito ha una causa ben individuabile: una ferita, una frattura, un’infezione in atto o un intervento chirurgico.

Cane dolorante

Dolore
cronico

Il dolore cronico invece perdura nel tempo. Può avere origine sia da un danno organico che non si risolve, oppure può essere l’effetto di un processo di automantenimento: ciò significa che la stimolazione nervosa che fa percepire il dolore permane anche se la sua causa iniziale non c’è più. Per la maggior parte delle condizioni dolorose croniche, l’infiammazione è un importante fattore scatenante.

Il dolore cronico può essere causato da una serie di condizioni patologiche tra cui patologie oncologiche, otiti, patologie odontostomatologiche ma soprattutto osteoartrite.

Conseguenze
dell’osteoartrite

Il danno tissutale cronico e l’infiammazione di basso grado in corso di osteoartrite, causano la produzione e il rilascio di molecole, chiamate mediatori chimici dell’infiammazione (prostaglandine, Nerve growth factor – NGF, etc) che promuovono il danno a carico dell’articolazione e attivano i nocicettori rendendoli ipereccitabili. Questa ipereccitabilità scatena una sensibilizzazione periferica che ripercuotendosi sul sistema nervoso centrale da origine ad una sensibilizzazione centrale. Questi meccanismi esitano in un abbassamento della soglia del dolore.

Vista la complessa moltitudine di fattori che intervengono nell’avvio e nel mantenimento del dolore cronico, le presentazioni cliniche ad esso conseguenti sono molteplici e le più caratteristiche sono l’iperalgesia (aumentata risposta ad uno stimolo dolorifico) e l’allodinia (dolore causato da uno stimolo che normalmente non provoca dolore), ma anche una riduzione dell’attività (gli animali sono più letargici), anomalie dell’andatura (l’animale sottrae la zona dolente all’appoggio), cambiamenti nel comportamento e nelle abitudini (i gatti per esempio possono toelettarsi meno).

Il dolore cronico influisce negativamente sulla qualità della vita, provoca cambiamenti nel comportamento e ha un impatto sulla salute e sul benessere, nonché sul legame proprietario-animale.